Anoressia, bulimia e obesità psicogena.




(tratto dall’opuscolo del Ministero per le Pari Opportunità e del ministero della Salute)


In Italia circa tre milioni di persone, pari al 5% della popolazione soffre di disturbi del comportamento alimentare. Anoressia, bulimia e obesità psicogena sono gravi patologie che minano il fisico e rappresentano tre modi differenti di esprimere un profondo disagio personale vissuto sia da uomini che da donne. Anoressia, bulimia e obesità sono gravi patologie che si servono del corpo per esprimere una sofferenza profonda. Il corpo si riempie e si svuota, dimagrisce fino all’osso, ingrassa fino a scoppiare: è il segno visibile di gravi disagi psicologici che rappresentano la vera sofferenza, e come tali, devono essere compresi e trattati. Non si tratta quindi, come può sembrare, di malattie dell’appetito. Queste patologie sono come un iceberg. La punta che emerge, è costituita nell’anoressia, dal rifiuto del cibo, dal conteggio ossessivo delle calorie e dall’iperattività. Nella bulimia da ripetute abbuffate seguite da vomito auto-indotto. Nell’obesità da un’assunzione smodata e continua di cibo che porta ad un importante aumento ponderale. La parte sommersa, che non si vede, ma che senza la quale la punta non esisterebbe, è il luogo dove si situano le problematiche soggettive, i vissuti, le emozioni, il dolore, le esperienze che hanno segnato la vita.

Le cause
Le cause di queste patologie sono molteplici, da rintracciare nella storia della persona e nelle dinamiche della famiglia in cui è nata e cresciuta: Spesso si tratta di una famiglia nella quale il cibo è stato la risposta prevalente ai bisogni di cura e affetto. Spesso si ritrovano nella storia di questi soggetti perdite affettive importanti, abbandoni e altri eventi traumatici infantili. Il cibo diventa (sia nell’ingerirlo che nel rifiutarlo) l’anestetico che permette di non sentire il dolore, ma che impedisce di vivere pienamente la vita.

Gli effetti sul corpo
L’anoressia, la bulimia e l’obesità colpiscono seriamente il corpo. La denutrizione dell’anoressico e il vomito auto-indotto del bulimico causano danni permanenti allo stomaco e ai denti. Disidratazione e ipopotassiemia possono danneggiare il cuore. Nell’anoressia, in particolare, sia per la perdita ponderale, sia per il problema psicologico con la femminilità, si instaura l’amenorrea (blocco del ciclo mestruale), che, se permane per molti anni, può causare l’osteoporosi (decalcificazione ossea). Nell’obesità insorgono patologie cardiocircolatorie, osteo-artro-muscolari e metaboliche (diabete) che mettono a serio rischio la salute.

Il ruolo della famiglia
Il disturbo si manifesta durante l’adolescenza, ma le radici affondano nell’infanzia. Spesso i genitori stessi non sono consapevoli dei propri disagi psicologici irrisolti che possono aver contribuito all’insorgenza del disturbo dei figli. Anoressia, bulimia e obesità sono malattie che creano disorientamento e dolore all’interno delle famiglie, i genitori in particolare, si ritrovano confusi, spaventati e impotenti, con sentimenti di colpa e solitudine. Per tale motivo è auspicabile anche una loro presa in carico, utile per il riequilibrio delle dinamiche familiari.

E’ importante essere disponibili a un ascolto non giudicante, che rispetti gli spazi e i tempi di chi soffre e soprattutto non accanirsi a fare sollecitazioni sull’alimentazione ed è necessario essere consapevoli che i familiari e gli amici non possono curare chi soffre di anoressia, bulimia e obesità. Possono però indirizzarli con fermezza verso specialisti del settore.

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