Nel momento in cui si sceglie una professione, si decide se affidare la propria vita alla certezza della risposta o all’inquietudine della domanda. Esistono infatti dei lavori che più di altri sono caratterizzati da una fuga in avanti, nei quali i risultati sembrano ribadire le personali capacità, la possibilità di vincere sul mondo, di plasmarlo secondo il proprio volere. Chi, al contrario, dedica se stesso al contatto e all’esplorazione della realtà dell’anima, sa bene di muoversi in un regno contraddittorio, in una dimensione oscura, nella quale gli interrogativi superano le possibili certezze e ogni acquisizione sembra essere provvisoria. È il regno del limite, del dubbio, della ricerca. Essere analisti significa interrogarsi ogni volta, insieme al proprio paziente, su quei grandi temi che da sempre appassionano e tormentano gli esseri umani: la vita e la morte, la gioia e il dolore, l’amore e la sofferenza, la solitudine, il male, la malattia. È il tentativo di dare un volto al proprio destino, modificando quei condizionamenti interiori impressi in fondo all’anima, imparando ad accettare e a convivere con quelle parti rifiutate di sé. In questo guardare alla propria sofferenza, ai tradimenti e agli abbandoni, spesso perpetrati sulla parte più autentica del nostro essere, si scorgono i limiti, si impara l’umiltà, rinunciando a una sterile convinzione di onnipotenza. Dal quotidiano confronto con il dolore si inizia veramente a crescere, si acquisisce pazienza e tolleranza. Ciò che il paziente ci offre, attraverso la sua sofferenza, attraverso la sua “malattia”, è la possibilità di acquisire gradualmente insieme a lui questa dimensione di maturazione.

Aldo Carotenuto - “La nostalgia della memoria, il paziente e l’analista”.

L' attività di psicoterapeuta della dott.ssa Fontani

Lavoro da più di 25 anni come psicoterapeuta libero professionista, svolgendo consulenze, psicoterapia individuale ad indirizzo psicodinamico, di coppia e familiare ad indirizzo relazionale, test diagnostici della personalità.

 

Mi occupo prevalentemente di:
  • Disturbi d'ansia (attacchi di panico, fobie sociali).
  • Depressione.
  • Terapia di coppia.
  • Problemi relazionali genitori-figli, tra partner, tra fratelli, con figli adottivi.
  • Separazioni.
  • Problemi di autostima (insicurezza, immagine di sé, timidezza).
  • Disturbi dell'umore.
  • Disturbi alimentari.
  • Disturbi del sonno.
  • Training autogeno e tecniche di rilassamento psicofisico.
  • Problemi relativi a genitori e figli adottivi.


Lavoro a tutt’oggi come scrittrice e fino ad oggi ho pubblicato nove libri di carattere psicologico, cinque sono specificamente saggi rispettivamente sull’amore e il matrimonio, sulla separazione e sulla convivenza fra un uomo e una donna. Ho partecipato, in qualità di relatrice, a numerosi convegni, incontri e dibattiti su tematiche inerenti le relazioni affettive e la sessualità, avendo occasione di presentare e far conoscere i miei lavori.