Il mio bambino africano. Storia di un'adozione.

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A tutti coloro che ci hanno aiutato e hanno permesso che questo sogno avesse il tuo volto.

Note dell'autrice

Gli avvenimenti narrati volutamente non seguono un ordine cronologico rigido, ma piuttosto assecondano l'esigenza interiore di lasciare in primo piano un chiaroscuro di ombra e di luce che evochi il sogno attraverso cui inizia e finisce il racconto, quasi a sottolineare che l'energia e il desiderio che spingono verso la scelta di diventare genitore restano velati di mistero. Prevale la fiducia nella vita su considerazioni razionali che forse frenerebbero questo viaggio cosi entusiasmante quanto impegnativo.

I protagonisti della storia non hanno un nome: anche questa scelta non è casuale. Attribuire un nome, anche di fantasia, sarebbe stato come circoscrivere, ridurre, possedere fatti, persone, emozioni che invece trascendono la storia stessa e anelano ad abitare il cuore di coloro che sono all'ascolto interiore di sé attraverso le immagini che il racconto offre.

Non c'è alcun cenno all'arrivo in Italia e all'integrazione del bambino nel suo nuovo Paese; tutto è sospeso all'aeroporto di Nairobi, in attesa della partenza: il sogno conclude il racconto.

Il salto dall'Africa all'Italia resta gigantesco e lascia con il fiato sospeso, in apnea. Esiste un lungo silenzio, come il viaggio dalle nuvole del Kenia fino a quelle dell'ltalia.